SCARTI E ABBANDONI

‘Multiverso’ non perché l’universo non ci basta più e vogliamo salpare per improbabili odissee negli spazi ultrasiderali, presi da un delirio di onnipotenza intellettuale. Semmai, per il gruppo multidisciplinare che ha pensato e incomincia questo periodico, è vero il contrario: non crediamo più nell’universale del fare, del dire e del sapere. E non crediamo nei saperi ‘affidabili’, unidirezionali, unidisciplinari, ancorati a ‘solide competenze tradizionali’. Tutto, o molto, oggi è ‘diffidabile’. Perciò la diversità dei saperi, dei punti di partenza, dei metodi di esplorazione, è il nostro metodo.

Il perverso, diverso, converso e controverso, l’inverso, l’avverso e il traverso, stanno tutti nell’idea che abbiamo del ‘multiverso’ che ci interessa. In questo modo noi vediamo anche l’alveare universitario di Udine dove gran parte di noi lavora, ma aperto a molti altri alveari. Con quanto nettare e miele lo diranno i lettori.
Nella rete ogni punto è un possibile centro. Non vi sono periferie. Né vi sono pensatori e pensatoi centrali e altri marginali. Vi sono questioni e livelli di discorso, capacità più o meno profonde di affrontare un tema.

Su questo numero va detto che gli abbandoni si sono velocizzati nel mondo di oggi. Più occasioni, possibilità di rinnovamento, fretta di vivere e godere, rendono gli uomini più curiosi e cupidi di novità, ma anche sbrigativi e crudeli.
L’abbandono è più di casa, più normale e fatale. Lo scarto anche, a condizione di non vederlo! Ma entrambi sono drammatici nel vissuto interiore, oggi, come lo erano in tempi biblici, quando l’uno e l’altro erano legati a una maledizione o a un comando di Dio. Una ragione di più per occuparsene fin dall’inizio di questa nostra impresa.

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