SCARTI E ABBANDONI

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L’espressione ‘usa e getta’ (prima le lamette e poi i pannolini) è nella lingua italiana da ventotto anni. Fa come da spartiacque fra il prima, la cultura del rattoppo e del riciclo, e il poi segnato dal peso crescente delle discariche e delle scorie che ci soffocano. Ma, pur nei contesti mutati, la dicotomia è troppo stretta, e non ha tempo in realtà il gioco del tenere e lasciare, dello scartare e riammettere in circolo. Il primo numero di «Multiverso» procede per richiami e connessioni interdisciplinari.
Muove da fatti di casa e si guarda indietro e intorno. Altre periferie che si fanno discarica di cose e persone, gerarchie vecchie e nuove, fenomeni terribili di messa ai margini, l’abbandono di patrie e lingue, di bestie, bambini e anziani. Ma gli scarti sono anche ricchezza, i frammenti sono suggestivi, nei margini cova l’innovazione; la salvezza nelle religioni viene dallo scarto, la fertilità dalle concimaie, la conoscenza e la bellezza dall’impurità e la ricchezza dal saper riprendere in mano ciò che già è stato.

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